Se nelle nostre relazioni ci sentiamo spesso in prestazione e in ansia è facile che queste sensazioni abbiano implicazioni anche nel modo in cui viviamo l’intimità. Possiamo sentirci in ansia se siamo persone che tendono a vivere i rapporti con gli altri in termini di adeguatezza, ovvero con l’idea di dover andare incontro alle aspettative degli altri per evitare di perdere la relazione con loro.
Nell’intimità questo si traduce nella tendenza a pensare che la cosa più importante sia riuscire a soddisfare l’altrə, piacere esteticamente ed essere bravə a letto. Se per qualche motivo ci si sente inadeguatə o si teme che l’altrə possa restare delusə, possiamo mettere in atto delle strategie che ci portano a evitare l’intimità o non riuscire a lasciarci andare.
Il piacere per alcune persone può anche essere vissuto con paura, vergogna o senso di colpa. Questo può accadere perché si teme di perdere il controllo del proprio corpo e delle proprie emozioni, e si vivono le reazioni fisiologiche legate al piacere come imbarazzanti. A volte, anche la provenienza da un contesto culturale o familiare particolarmente rigidi sul tema della sessualità può avere implicazioni sul nostro modo di viverla e di sentirsi a nostro agio con il dare o provare piacere.
Se ci riconosciamo in questo profilo, possiamo cominciare a riflettere sulla possibilità che le relazioni con gli altri non si basino su ciò che noi possiamo dare a loro per soddisfarli ma su cosa possiamo desiderare, scegliere, fare e costruire insieme. Il corpo e l’intimità possono essere conosciuti pian piano, ogni rapporto è diverso dall’altro e non ha a che fare con una prestazione ma con la voglia di sperimentare momenti di piacere condiviso.
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