
Trovo davvero problematico che tutto ciò che viene fatto per i bambinə in termini di formazione alla scuola e alle famiglie e di interventi educativi, sia così spesso fatto in realtà sui bambinə. Quasi mai l’offerta per le scuole e le famiglie propone che l’adulto si interroghi su cosa ha compreso del/la bambinə, di se stessə e della loro relazione. Eppure, senza relazione non c’è apprendimento e una relazione che si configuri come ripetutamente invalidante e volta a correggere il comportamento del/la bambinə rischia di favorire in essə sentimenti di colpa e inadeguatezza, sui quali molto poco mi sembra ci si soffermi, quasi come fosse un passaggio doloroso ma necessario della crescita.
Tanta importanza viene data al miglioramento delle competenze del/la bambinə e così poca alla comprensione del suo peculiare modo di muoversi nel mondo o del nostro modo di stare insieme a lui/lei. Eppure, tanta fatica nelle relazioni viene proprio da questo tentativo di tirare la fune da una parte o dall’altra, e tanto potrebbe al contrario nascere spontaneamente in un contesto validante.
Spesso le relazioni sembrano oscillare tra il cercare di cambiare il/la bambinə e la necessità di trovare sollievo o farsi obbedire. Può innescarsi così una lotta tra i bisogni dell’adulto e il tentativo di autodeterminazione del/la bambinə, che nel tempo può arrivare a costruire come sbagliati tutti quegli aspetti di sé che non incontrano le aspettative dell’adulto. E’ fondamentale quindi scegliere interventi che aiutino gli adulti a comprendere come instaurare relazioni non invalidanti e non solo interventi correttivi del comportamento.

Un pensiero divergente è un pensiero che utilizza modalità differenti da quelle tipiche per dare senso alla propria esperienza: ogni relazione educativa dovrebbe fondarsi non sulla correzione ma sulla comprensione e validazione di tali modalità e della loro utilità per il/la bambinə.
Trovo dunque che ci sia un grande bisogno di educare gli adulti non tanto ad avere risposte dagli esperti, risposte che potrebbero far sentire inadeguati loro e i/le bambinə, quanto al porsi domande. Insegnare loro come costruire uno sguardo credulo, curioso e interessato, privo di giudizi e orientato alla scoperta reciproca.
Modi diversi di muoversi nel mondo e di imparare
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