La nostra cultura ci porta a immaginare che conformare il corpo all'idea di come esso dovrebbe essere sia la chiave per tantissime cose: amabilità, successo, salute... Per questa ragione, tanti dei nostri sforzi possono direzionarsi nel tentativo di cambiare o controllare il nostro corpo, i bisogni di cui esso ci parla e il modo in cui appare agli altri. In realtà, il nostro corpo e la nostra idea di esso sono in costante comunicazione reciproca e questa comunicazione ci racconta molte più cose di quante possiamo immaginarne.
La cultura
della dieta
Ci si immagina che il peso e la forma del corpo siano ciò che limita la propria vita e che non si possa neppure parlare di salute senza implicare una certa idea di peso corporeo. Si inizia una nuova dieta periodicamente, immaginando che ciò porterà ad essere più felici, e si comincia a togliere qualcosa, a rinunciare al piacere che un particolare cibo può portare, facendo sacrifici che spesso vengono validati all'esterno con commenti che sottolineano la riuscita o il fallimento del percorso intrapreso.
L'organizzazione dei pasti diventa sempre più complessa ed emergono sempre più spesso i desideri dei cibi che ci si "concede" solo raramente e solo se "sono stata bravə". Mangiare smette così di essere una forma di nutrimento, di cura di sé, di coltivazione della sensorialità e della socialità per diventare un atto performativo basato su premi e punizioni.
E quando questa esclusione progressiva diventa insostenibile, arriva l'idea che ciò accada perché non si è abbastanza forti e non si ha sufficiente forza di volontà. La dieta viene interrotta e si riprende a mangiare come prima, ma non con gioia né con piacere. Si innesca così un circolo vizioso per cui non ci si sente felici se non si perde peso, ma perdere peso è una missione che fallisce in modo ricorrente e che sembra diventare sempre più difficile.
Lavorare sull'immagine corporea
Questo modo di considerare il cibo e il peso ha implicazioni sulla propria immagine corporea e viceversa: l'idea che abbiamo del nostro corpo è legata anche alle esperienze che facciamo con esso, ai segnali che esso ci manda e alla lettura che diamo delle nostre relazioni, in cui esso è strettamente implicato.
Il corpo ci parla della possibilità più immediata di essere vistə e, di conseguenza, di come, quanto e se vorremmo essere vistə dagli altri. Il peso è solo uno degli aspetti in gioco ma può entrare in relazione con diversi altri elementi della nostra identità che parlano di noi agli altri, in base anche allo stigma di cui risentono: i tratti etnici, il colore della pelle, la conformità delle parti del corpo e della loro funzionalità, la conformità o meno alle aspettative legate al genere, ecc. Essere una donna grassa è diverso, per esempio, dall'essere un uomo grasso. Essere una donna magra razzializzata è diverso dall'essere una donna magra caucasica ed è diverso ancora dall'essere una donna caucasica con un corpo non conforme perché disabile.
Ritrovare un nuovo sguardo su di sé
Il nostro corpo racconta di noi, della nostra storia, ma racconta anche del modo in cui le altre persone ci costruiscono e delle associazioni che più facilmente vengono fatte partendo dal corpo per finire ad aspetti che col corpo non hanno assolutamente nulla a che fare.
La nostra immagine corporea, quindi, è una faccenda complessa che s'intreccia con una miriade di aspetti, bisogni, segnali e significati e può essere necessario un lungo lavoro per riuscire ad immaginare per essa nuovi sguardi e nuove possibilità. Gli Approcci Inclusivi al Peso e alla Salute aiutano a recuperare il delicato rapporto che lega il nostro benessere non al controllo ma alla capacità di ascolto di sé, dei nostri bisogni, desideri e dei segnali che il corpo manda, uscendo dal meccanismo di privazione-esplosione e tenendo conto delle altre variabili individuali, sociali, culturali ed economiche che influenzano la qualità della nostra vita e delle nostre scelte.
Per garantire il miglior supporto possibile su questi temi mi avvalgo della preziosa collaborazione di Silvia Rigo, Dietista Nutrizionista con approccio non prescrittivo. Insieme costruiamo percorsi inerenti l'alimentazione, il corpo e la salute rispettosi di tutte le soggettività e fuori dalle dinamiche di controllo del peso.