Autismo
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La valorizzazione del pensiero divergente
Qualche mese fa ho tenuto un laboratorio di scrittura creativa per educatori, educatrici e insegnanti con l’obiettivo di realizzare dei racconti che si basassero su aspetti rilevanti per i/le bambinə. Una parte importante del laboratorio consisteva nel riflettere insieme sulla comprensione che si aveva del/la destinatario del racconto e sul nostro rapporto con lui/lei. Ho trovato davvero sorprendenti i feedback che ho ricevuto al termine del laboratorio, che mi rimandavano come, nonostante i tanti anni di esperienza professionale, fosse la prima volta che ragionavano sui bambinə in termini di comprensione del loro punto di vista. Trovo davvero problematico che tutto ciò che viene fatto per i bambinə in termini di…
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La discriminazione del “funzionamento”
Descrivere le persone autistiche con le etichette “alto/basso funzionamento” porta con sé implicazioni che dovrebbero farci riflettere. Penso che sia importante, quando si è professionisti interessatə al benessere delle persone, che ci si interroghi sulle premesse che muovono i propri interventi, e il linguaggio è a mio parere una premessa fondamentale. I significati da cui partiamo per relazionarci con gli altri determinano molto del modo in cui ci muoveremo in quella relazione. Rapportarsi a qualcuno in termini di “funzionamento” rimanda a un’idea meccanica dei processi in gioco nella relazione e nella persona stessa. I problemi che possono insorgere in conseguenza di ciò sono svariati e riguardano sia i criteri che…
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La convivenza delle differenze a scuola
Adottare il paradigma della neurodiversità significa comprendere che ogni bambinə ha delle caratteristiche proprie che lo rendono diversə dagli altrə e che vanno rispettate se si vogliono raggiungere obiettivi legati all’apprendimento. Immaginare che tuttə debbano seguire gli stessi step nei medesimi tempi o approcciarsi all’apprendimento con lo stesso modo di ragionare è un’aspettativa che rischia di creare frustrazione e difficoltà sia negli/nelle insegnanti che nei/nelle bambinə. Una classe divisa tra chi “riesce ad adattarsi” e chi “non ce la può fare” diventa un ambiente poco favorevole al benessere di insegnanti e studenti, spesso sostenuto dal sistema scolastico che tende a standardizzare obiettivi, metodi e tempi senza tenere conto della complessità…
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Etica degli approcci educativi alle neurodivergenze
Il secondo tema su cui propongo una riflessione durante la Neurodiversity Celebration Week è l’etica degli approcci alle neurodivergenze. Questo perché quando si valutano gli approcci educativi si utilizzano spesso criteri di funzionalità ed efficacia lasciando in secondo piano le considerazioni sulle implicazioni etiche. Il risultato di ciò è il proliferare di approcci alle neurodivergenze che sono molto popolari e sponsorizzati in quanto “ottengono risultati”. Le implicazioni ultime di tali risultati, tuttavia, sono spesso poco considerate e, soprattutto, quasi mai in simili approcci è considerato e valorizzato il punto di vista dei/lle direttə interessatə o le istanze portate avanti in prima persona da persone neurodivergenti. Approcci NON etici #1 Dr.…
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Perché parlare di educazione alle diversità
“La normalità è qualcosa di deciso a tavolino, limitante per tuttə, ma in particolare pericolosa per alcunə.“ – Witty Wheels – Oggi il tema dell'”inclusione” è estremamente presente, tanto da essere divenuta parola logora della pedagogia. Il problema dell’inclusione, però, è che essa non prevede il superamento delle condizioni che relegano le minoranze in una posizione di marginalità, quanto piuttosto di mescolare l’acqua con l’olio e raccontarsi della propria bravura come chef. E’ quanto troppo spesso accade nelle scuole, non necessariamente per cattiva volontà ma soprattutto per una difficoltà comune ad uscire da una visione della diversità come qualcosa che non ci appartiene, da un lato, e che rende qualcuno…
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Neurodiversity Celebration Week
La Neurodiversity Celebration Week (Settimana della Celebrazione della Neurodiversità, dal 21 al 27 marzo) è un’iniziativa mondiale che sfida gli stereotipi e le idee sbagliate sull’autismo e le difficoltà di apprendimento. L’iniziativa ha due obiettivi: il primo è quello di incoraggiare la scuola a riconoscere i punti di forza e i talenti degli studenti e studentesse neurodivergenti che pensano e imparano in modo differente, comprese persone autistiche, dislessiche, disprassiche o ADHD. Il secondo obiettivo è quello di affrontare la mancanza di formazione adeguata degli/delle insegnanti nell’identificare e sostenere i loro studenti e studentesse con bisogni educativi differenti, fornendo loro risorse gratuite. La Settimana di Celebrazione della Neurodiversità è stata inaugurata nel…
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Quando gay e lesbiche aiutarono la lotta dei minatori
Era il 1984 e Arthur aveva un problema: il governo inglese, guidato da Margareth Thatcher, stava smantellando le miniere in cui lavoravano oltre 20.000 minatori. I suoi minatori, perché Arthur era un sindacalista. I minatori cominciarono allora a manifestare, nella povertà estrema, ma la cosa non piacque al governo inglese, che li dipinse come criminali e li fece attaccare con violenza dalla polizia. Ma i problemi di Arthur erano destinati a peggiorare: per indebolire la causa, i fondi del sindacato furono sequestrati. Soli, senza diritti e affamati, i minatori stavano perdendo tutto. Ed è a questo punto che arriva Mark. Mark ha 22 anni e sa benissimo cosa significhi trovarsi a…
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Comunicare con le immagini
Silenzio, si guarda! Sono in fase “comunico con i cartelli”. Questa gif non vuol dire semplicemente che io penso per immagini. Si, lo faccio, ma bisogna ricordare che questa non è necessariamente una caratteristica di tutti gli autistici. In generale, al mondo ci sono persone con un pensiero più visivo, altre con un pensiero più verbale, altre più logico-matematico… Personalmente, quando sono stanca, il canale verbale è quello che va a farsi friggere con più facilità, tanto da avere un’estrema difficoltà ad esprimermi. Le parole scompaiono in qualche scomparto tra le sinapsi e vorrei fosse possibile comunicare senza parlare, solo con dei cartelli, o che le immagini mi uscissero dalla…
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Costruire ponti a scuola
Silenzio, si gioca! La mia compagna di classe è un po’ fastidiosa, anzi, molto fastidiosa, durante le lezioni perché spesso piange, grida, fino a darsi i pugni sulla testa. A me dispiace perché le voglio bene e so che comunque si fa male. Molte volte arriva a scuola piangendo e io cerco di farla smettere con quello che so, ma a volte non ci riesco. Certe volte arriva a scuola di buon umore, così io che sono contenta di vederla così felice, le do mille baci, ma lei sembra che non se ne accorga. Quando è felice, balla e canta. È difficile per me capire a che cosa pensa in…
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Federica Giusto e la danza
Silenzio, si danza! La sensazione delle pietroline sul corpo mentre ballavo sul suono del mare, bellissimo. Federica Giusto (in arte RED FRYK HEY): ballerina Hip-Hop, coreografa, attivista autisticə Questo contributo fa parte dell’iniziativa: “Silenzio, si parla!” – Campagna per la valorizzazione delle forme comunicative non verbali